Il kosovaro aveva inoltre minacciato un passante che voleva prestare soccorso alla vittima agonizzante poi era ripartito al volante della sua auto. Nel maggio 2013 il Tribunale distrettuale di San Gallo l'aveva condannato a 19 anni di carcere per assassinio, pena poi confermata dal Tribunale cantonale.
Il condannato aveva invano fatto ricorso per chiedere una pena più clemente, spiegando che aveva perso il controllo a causa delle incessanti liti che aveva con la moglie in seguito alla separazione.
In ultima istanza il TF conferma la condanna della giustizia sangallese. Rileva che l'atto commesso dall'assassino denota "estremo disprezzo per la vita umana". I due figli della coppia non hanno esitato a dire apertamente che desideravano che il padre rimanesse il più a lungo possibile dietro le sbarre. (Sentenza 6B_592/2014 del 25 settembre 2014)