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BIASCA"Così porto sul palco il dramma delle badanti"

13.10.14 - 06:43
Il singolare spettacolo messo in scena dall’artista rumena Ioana Butu: "Vogliamo sensibilizzare i ticinesi sulla situazione di queste donne"
Foto Ticinonline / Davide Rotondo
"Così porto sul palco il dramma delle badanti"
Il singolare spettacolo messo in scena dall’artista rumena Ioana Butu: "Vogliamo sensibilizzare i ticinesi sulla situazione di queste donne"

BIASCA – Raccontano di fare un mestiere stupendo. Un lavoro che, un giorno, anche le svizzere vorranno fare, ma ad altre condizioni. A volte sono considerate come schiave, fanno la fame e hanno a malapena una stanza in cui dormire. Altre volte trovano una famiglia nuova. Dieci storie di badanti raccolte dalla giornalista Sara Rossi e portate sul palco dall’artista rumena Ioana Butu, che vive a Bellinzona ormai da 20 anni. “Vogliamo sensibilizzare i ticinesi sulla situazione delle badanti 

– spiega Ioana Butu –. Perché spesso queste donne non sono neanche considerate come persone”. 

Sono partite dalla Romania, dalla Polonia, dall’Ucraina... Donne con la valigia in mano, da cui affiorano testimonianze profonde, a tratti struggenti, accompagnate dal suono della fisarmonica. 

Lo spettacolo andrà in scena per la quarta volta il prossimo 21 ottobre a Biasca. Ancora Butu: “Parliamo di donne che hanno un passato, magari come insegnanti, come direttrici di fabbrica. A un certo punto però hanno dovuto lasciare la loro terra e i loro affetti. In Svizzera, tuttavia, nessuno le considera al di fuori della loro professione. Nessuno chiede loro da dove vengono, chi le aspetta a casa, chi erano prima di essere badanti”. 

Ioana Butu, originaria della Transilvania, si sente molto vicina alle vicende delle badanti. “Certo, io ho avuto un altro percorso. Ma abbiamo radici comuni, veniamo tutte dall’est”. Poi aggiunge: “L’esistenza di queste persone in Svizzera è strettamente legata alla loro professione. Qualcuno sa cosa accade loro se perdono il lavoro? Sono donne che devono lottare, costantemente, per i loro diritti e per la loro dignità”. 

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